martedì 27 febbraio 2018

Tre poesie di Mario Meléndez da "La morte ha i giorni contati" (Raffaelli Editore)

Traduzione dallo spagnolo di Alba Metaponte

La morte rubò le scarpe di Dio

La morte rubò le scarpe di Dio
Le stavano grandi ma le usava comunque
le lustrava cerimoniosamente prima di uscire
e aveva lasciato scritto nel suo diario di vita
Voglio morire con le scarpe calzate
Non el toglieva nemmeno quando dormiva
Quando faceva il bagno in vasca
quelle scarpe gorgogliavano come se parlassero
come se Dio inviasse messaggio dall’altro mondo
allora la morte se le accostava all’orecchio
e le cose che ascoltava la facevano piangere

La muerte robó los zapatos de Dios

La muerte robó los zapatos de Dios
Le quedaban grandes y los usaba de todas formas
los lustraba ceremoniosamente antes de salir
y había dejado escrito en su diario de vida
Quiero moris con los zapatos puestos
Ni siquiera se los quitaba cuando dormía
Cuando se daba un baño de tina 
esos zapatos burbujeanban como si hablaran
como si Dios enviara recados del otro mundo
entonces la muerte los acercaba a su oído
y las cosas que escuchaba la hacian llorar


Arrivammo tardi al funerale della morte

Arrivammo tardi al funerale della morte
per questo non ci considerò
non sapremo più nulla di lei per molto tempo
fino a quando la sua rabbia non si sarà placata
o le venga rivelato deve eravamo a quell’ora
mentre tutti la salutavano con grandi discorsi
piangevano avviliti e abbracciavano la bara
fischiando la canzone dell’addio
tra cartelloni che dicevano: Arrivederci
che Dio ti benedica, non morire mail
scrivici, manda frutta e molte altre cose
non abbiamo potuto né vedere, né sentire
ci raccontarono solo una parte
perché arrivammo tardi al funerale della morte
non c’è scusa che valga, nessuna
per questo continueremo dipingendo il cimitero
tomba per tomba
fino a che un giorno ci perdoni

Lllegamos tarde al entierro de la muerte

Lllegamos tarde al entierro de la muerte
por eso non dejó de hablar
y ya no sabremos de ella por un tiempo
hasta que pase la rabia, seguro
o le soplen donde estábamos a esa hora
mientras todos la despedían con grandes discursos
y lloraban desconsolados y se abrazaban al ataúd
silbando la cancíon del adíos
entre pancartas que decían: Good bye
que Dios te bendiga, no te mueras nunca
escribe y manda fruta, y otras tantas
que no pudimos ver ni escuchar
que non contaron a medias
porque llegamos tarde al entierro de la muerte
y no hay excusa que valga, ninguna
por eso seguiremos pintando el cementerio
tumba por tumba
hasta que un día nos perdone


La morte parlò con il suo angelo di guardia

La morte aspetta un figlio mio
è di tre mesi, mi dice

Tu sei pazza, le rispondo
sei stata a letto con mezzo mondo
dall’inizio dei secoli
e vuoi affibbiarmi questa creatura

Pensi sia un idiota per caso
o uno scervellato

Aspetto un figlio tuo, insiste
con gli occhi lacrimanti
credi di poter scherzare con qualcosa di così serio

Smetti di dire sciocchezze, le contesto indignato
questo bambino è di Dio e tu lo sai


La muerte habló con su ángel de la guardia

La muerte está embarazada de mí
tiene tres meses, me dice 

Tú estás loca, le respondo
te acuestas con medio mundo
desde el prinicipio de los siglos
y me quieres encajar la criatura

Piensas que soy idiota, acaso
o que me falta un tornillo

Espero un hijo tuyo, me insiste
con los ojos llorosos
crees que jugaria con algo tan serio

Déjate de tonterias, le contesto indignado
ese niño es de Dios y tú lo sabes


I libri di Mario Melendez possono essere acquistati qui:
http://www.raffaellieditore.com 

Mario Meléndez (Linares, Chile, 1971). Ha studiato Giornalismo e Comunicazione Sociale. Tra i suoi libri figurano: Apuntes para una leyenda, Vuelo subterráneo, El circo de papel e La muerte tiene los días contados, Esperando a Perec y El mago de la soledad. Nel 1993 ottiene il Premio Municipale di Letteratura nel Bicentenario di Linares. Sue poesie appaiono in diverse riviste di letteratura latino-americana e in antologie nazionali e straniere.
Parte della sua opera è stata tradotta in italiano, inglese, francese, portoghese, olandese, tedesco, rumeno, bulgaro, persiano, catalano, mecedone, greco e arabo.
Nei 4 anni in cui ha vissuto a  Città del Messico ha impartito lezioni di letteratura latinoamericana e realizzato diversi progetti culturali. Ha diretto la collana sui maggiori poeti latinoamericani per “Laberinto edizioni” e realizzato diverse antologie sulla poesia cilena e latinoamericana.  Attualmente vive in Italia. Nel 2013 ha ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica Italiana dalla Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro. Una selezione delle sue opere è stata pubblicata sulla rivista Poesia di Nicola Crocetti con introduzione di Manuel Cohen.  All’inizio del 2015 è stato inserito nell’antologia spagnola “El canon abierto. Ultima poesia” (Visor, España). Nel 2017 alcuni sue poesie tradotte in inglese sono state pubblicate nella prestigiosa rivista Poetry Magazine di Chicago. A partire dal 2018 è responsabile internazionale della Fondanzione Vincente Huidobro. E’ considerato una delle voci più importanti della nuova poesia latinoamericana.


domenica 25 febbraio 2018

Tre poesie di Eleonora Rimolo da "Temeraria gioia" (Giuliano Ladolfi Editore 2017)

Madre ancora
foto di Davide Fiore
questo indefinito radicale
viene a chiederci uno sconto
di pena, e tutto si somma
dentro una sola grande onda:
- ed era vero quel che mi dicevi
mentre mi iniettavi la vita:
niente vale la pena se non il punto
esatto in cui tutto
ebbe inizio: perché bisogna
uscire in fretta dal mistero
senza guardarsi le spalle -
ma Orfeo chiama la morte, 
in fondo, mentre chiedo
solo di rientrare col mio
morbo d'affetto
nella culla dell’acqua,
maschera impura e geniale.

*
Questa necessità di tenere
ammanettato il tempo,
mangiarsi lo scocco prima che accada,
per non intenerire
le distrazioni, per non segnare
con l'unghia la figura
finemente miniata
sopra il pomo dorato:
perciò non chiedermi spazi,
eternamente si spasima
nel microscopico giaciglio.

*
Tutto questo errare, ancora,
per settimane
attraversare a falcate
macinare la gomma e sentire
di notte i motori
degli altri: è perché
non abbiamo una casa,
è perché non abbiamo
l’occhio, piccole anguille
oleose e dormienti che
non esistono, perché
non guizzano.


Per acquistare il libro 

Eleonora Rimolo (Salerno,1991) vive a Nocera Inferiore. Laureata in Lettere Classiche e in Filologia Moderna, è ora dottoranda in “Studi Letterari” presso l’Università degli Studi di Salerno. Ha pubblicato due raccolte di poesie: Dell’assenza e della presenza (Matisklo, 2013) e La resa dei giorni (AlterEgo, 2015, Premio “Poesia Giovani Europa in versi 2016”, organizzato dalla Casa della Poesia di Como), Temeraria gioia (Borgomanero, Giuliano Ladolfi editore 2017).

venerdì 23 febbraio 2018

Quattro poesie di Antonio Nazzaro

quando il ritorno
é un misurare distanze
sfiorare lento ricordi
svanisce il tempo
non la solitudine

*
Ah, amore se potessi
aprirti questo dolore
e mostrarti i mostri
che divorano
le ore silenti della notte insonne
che straccia
d’ansia l’aria
che lascia
un respiro d’acqua
che toglie
suono alla parola
che dire non sa
aiutami

*
non ho
in me
lacrime
ma
dolori
pietrificati

*

Della solitudine conosco il viaggiare
quei posti vuoti di voglia di parlare
solcando un riflesso d’oceano e cielo
la gallina al mio fianco mi guarda curiosa
come tutti su questa chatarra* dalle gomme-unghie
che si conficcano su questa terra andina
sbuffi di motore e sbadigli tutti a cercare l’aria
il rituale che vicino al cielo vuole il cappello
a tenere lontano il male che alla testa da l’altura
passi che sostengono a fatica il corpo e questa cima da cui si vede
quest’America solo mia da non parlare ma guardare passare come un amore a trapassare
il cuore

*

Su questi bordi della vita dove gli abissi
invitano al volo come a cancellare gli orrori
che non sono guerre ma piccoli inciampi
il caffè rovesciato la donna perduta la parola trattenuta
che ancora strozza e le voci della memoria
a scappare dai cassetti con i calzini dai buchi di sempre
su questa vita da acrobata in equilibrio tra il silenzio
del mondo e l’urlare selvaggio di una mente racchiusa
nel rettangolo muto di una stanza di una tastiera


Antonio Nazzaro (Torino, 1963): giornalista, poeta, traduttore e mediatore culturale italiano. Vive a Caracas in Venezuela.
Nel 2008 diventa coordinatore del Centro Culturale Tina Modotti con lo scopo di promuovere la cultura italiana e Latino Americana attraverso varie forme di interscambio culturale.
Nel 2013 ha scritto il libro in prosa poetica Odore a Torino-Caracas senza ritorno scritto e pubblicato in italiano e spagnolo dalla casa editrice Edizioni Arcoiris di Salerno (copertine e illustrazioni dell’artista argentina Mariana De Marchi).
Nel 2014 è stato selezionato per rappresentare l’Italia al Festival Mondiale della Poesia di Caracas.
Nel 2015 è stato selezionato per rappresentare l’Italia al Festival del teatro di Caracas con l’opera di video teatro: Cronaca di un cronista urbano: Pedro Lemebel.
Nel 2017 ha pubblicato il libro: “Appunti dal Venezuela, 2017 vivere nelle proteste” dove si raggruppano cronache, poesie e prose poetiche e le fotografie di Horacio Siciliano per raccontare gli avvenimenti quasi in diretta, Casa editrice Edizioni Arcoiris di Salerno.
Traduzioni per volumi, dall’italiano allo spagnolo:La notte di Dino Campana, Edicole Ediciones, Cile,  2017,La lengue incansable – 10 voces contemporaneas, Buenos Aires Poetry, Argentina, 2017 (testi di (Alessandro Canzian, Federico Rossignoli, Alberto Toni, Giovanna Rosadini, Gian Mario Villalta, Roberto Cescon, Sandro Pecchiari, Luigi Oldani, Luigia Sorrentino, Giovanna Frene) 
Alfabeto dell’invisibile, di Chiara de Luca, Samuele Editore, 2015 (versione bilingue italiano e spagnolo), Brígida de Suecia; maestra de santidad de Europa : en el 700 aniversario de su nacimiento; Madrid, Palafox & Pezuela, 2003 (co-traduzione con Patrizia Marcheselli)

Attualmente dirige una nuova collezione dedicata alla poesia contemporanea latinoamericana per la casa editrice italiana Editore Arcoiris, Salerno. Coordina la sezione poesia latina per la rivista Atelier poesia e collabora con altre presenti in rete. Inoltre sfoga la sua passione segreta con una rubrica dedicata alla fotografia sulla rivista Fuori Asse. In America Latina collabora con riviste cartacee e digitali tra le quali, Buenos Aires Poetry e Poesia dell’Università di Carabobo (Venezuela). Suoi testi sono stati tradotti e pubblicati in diverse riviste nazionali e internazionali. Quest’anno è stato invitato al Festival di Poesia dell’Avana, Cuba.

giovedì 22 febbraio 2018

Zingonia Zingone - tre poesie da "Le tentazioni della luce" (Ed. della Meridiana 2017)

è pesante questo esilio
questa mania di reputarmi un angelo
e portare a spasso un corpo fertile
inutile
tra faraglioni avidi di schiuma

issare le ali e migrare?
restare
dici
nel vuoto
piacere delle tue mani

*

Se davvero fossi libera
vagherei per i boschi
o le strade
dormirei negli angoli
o nei campi
mangerei solamente
se qualcosa avanzasse

sarei uccello

di ramo in ramo
di nube in nube
sopre alle rovine della terra
trovando la rotta del vento

invece percorro
viali rumorosi addobbati di luci
i tavolini sui marciapiedi mi assalgono
e mi prende per il collo
il gorgolio della birra

avvoltoi
nel cammino solitario che cerco
ancora schiava
di un altro padrone.


*

Una bimba di ossa
cerca
l’abbraccio di suo padre
tra le mosche e lo sterco

la capra scuote il muso

l’uomo
gli occhi stralunati
solca
la caparbietà del tempo
e uno sterile affaccendarsi

apre le braccia
riceve
il respiro della sua esitenza

avvolta in una tunica rossa
dietro al fumo pungente del curry
sua moglie cucina

un bebè sorride
e gattone nella latrina

che nona rrivi il germe
che uccida l’amore.


Zingonia Zingone è poeta, scrittrice e traduttrice; scrive in italiano e spagnolo. Cresciuta tra Italia e Costa Rica, è laureata in economia. H pubblicato sei raccolte poetiche. I suoi libri sono stati tradotti in inglese, francese, kannada, e marathi e pubblicati in Italia, Spagna, Messico, Costa Rica, India, Francia e Nicaragua. Le sue poesie sono incluse in numerose riviste letterarie e sono state tradotte in svariate lingue. Curatrice e traduttrice di raccolte poetiche dall’inglese, spagnolo e italiano, tra cui Voci di Claribel Alegria (Samuele Editore, 2015) che ha ottenuto il Premio Camaiore nel 2016. Cura la rubrica “Il grido e il sussurro” di poesia internazionale per la rivista “Minerva”. Con le Edizioni della Meridiana ha pubblicato le raccolte poetiche “I naufragi del deserto”  nel 2015 e “ Le tentazioni della luce” nel 2017.



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