Come in vasi comunicanti
non sai più
chi dà e chi prende
(Marvi del Pozzo, La logica delle nuvole)
La lettura delle poesie della raccolta La logica delle nuvole ha suscitato in me un senso ampio e crescente di riconoscenza, una conoscenza raddoppiata e amplificata in quel percorso di gentilezza e solitudine al quale accenna la Nota dell’autrice: «[…] ma tutti riconosciamo quanto i versi di tanti poeti abbiano cambiato la nostra vita. In che cosa? Nel sentire le “intermittenze” del cuore, nel cercare i valori della gentilezza, della solitudine – quando è una scelta-, dell’educazione al silenzio e all’ascolto».
Il sentimento di riconoscenza è rivolto al percorso che va dall’esplorazione e dall’esperienza individuale alla “generalità”; è un cammino che si apre alla consonanza. Corde vibrano, echi risuonano e altre voci richiamano. È così che il componimento posto all’inizio del viaggio nella Logica delle nuvole:
Scrivere poesia
è forma di preghiera.
Individuale
minuta intelligenza
nel crogiuolo dell’anima
del mondo
lancia, gentile e determinato allo stesso tempo, un accordo a un passaggio significativo in Un soffio di vita di Clarice Lispector:
ANGELA: Provo un profondo piacere nel pregare e nell’entrare in contatto
intimo e intenso con la vita misteriosa di Dio. Non c’è niente al mondo che
sostituisca la gioia del pregare.
Ecco che la individuale / minuta intelligenza si sporge oltre e fuori da sé, schiude i sensi e tende le percezioni tutte verso uno stato di allerta, di voglia attenta e trepidante, preludio all’accesso a una logica più ampia. La percezione acuta della fugacità (Amnesia), della fragilità (Novembre), del limite, si riversa allora, di passo in passo, con la saggezza della attesa desta, e, ancora una volta, della gentilezza e della solitudine, nel fluire universale, nella vivida rappresentazione dello scorrere e del trascorrere di energia creatrice:
Ma questa inconsistenza dell’umano
non mi dà pena finché godo il mare:
nel fluire intrigante e sempre uguale
sulla rena assolata a mezzogiorno
torpida e ipnotizzata nelle membra
quanto più attenta e vivida nel cuore
percepisco un trascorrere d’energia
dal fuori al dentro e poi dal dentro al fuori,
e mi si svela il volto del creato.
Ecco lo stupore, il prodigio rinnovato, la rivelazione, che si riflette, si rifrange, si moltiplica nelle cinque sezioni che compongono il volume: Filosofia del naturale, La folgorazione dei frammenti, Il nutrimento degli affetti, Vita dei miei silenzi, Fantasticherie, ed esplora, con metri diversi e, pur nella varietà, con un amorevole e sapiente ricorso all’endecasillabo, affetti e memorie, suggestioni pittoriche e musicali - mirabili quelle dedicate a Van Gogh, a Monet, a Debussy -, incursioni diurne e voli notturni nel «Vivere parole di poesia» (Guido i’ vorrei, Volo di notte, Certi poeti; un appello irresistibile i versi di Rileggendo “Gli imperdonabili” di Cristina Campo), mito (Inno a Pan, Argo, Ulisse), fiaba (Morgana e Melusina) e storia (Anghiari) in un animato e appassionato intreccio di logos e poiein.
In ogni componimento vive e opera una logica devota alla verità della parola, una rigorosa assunzione di impegno, una consapevolezza del rischio fatale della mendacità: «Che non capiti a me/ di tradire le parole.» (Pensiero). Ogni poesia è, allo stesso tempo, una affermazione vigorosa della capacità, propria di chi è Poeta, di trasvolare, di trasfigurare, senza evasioni, senza sottrarsi, dunque, al «buio del dolore e morte».
È nello slancio verso l’oltre, assorto e attento alla verità della parola, coraggioso nell’elevarsi, consapevole della comune esperienza del dolore, è nel richiamo, che leggo tra le righe, al Salmo 85(84) - «Amore e verità s’incontreranno, / giustizia e pace si baceranno.» - che si illumina, e apre la via al riconoscimento e alla riconoscenza, la poesia di Marvi Del Pozzo.
Anna Maria Curci
Dalla sezione Filosofia del naturale
Provenza
Stridio di cicale avviluppa
corone di ore allungate,
il canto ti passa attraverso,
ti prende, t’invade i pensieri.
Il corpo dal sé rarefatto
per orgia di rito ossessivo
si lascia inverdire le foglie,
percorso da linfe e germogli,
da mani segrete di vento.
È l’ora in cui tutto è prodigio,
tu sei la cicala che stride
sei la cavalletta che balza
drogata, ubriaca di luce
e pensi che il cielo sia tuo
che il salto s’innalzi infinito
né possa aver fine lo slancio.
Il sole fiammeggia d’incendio
e d’oro riflettono i prati.
Dalla sezione La folgorazione del frammento
Affamata di parole
Come mendicante
in angolo di strada
tendo la mano,
affamata di parole
profumate di segala e di terra
puntinate di fiordalisi azzurri
che c’erano nei campi
una volta
ma non crescono più.
Dalla sezione Il nutrimento degli affetti
Sorelle
Ho sognato di noi
qualche notte fa
vecchie ragazze d’oggi
nei vestiti di seta
del viaggio a Roma
con i genitori,
il sole in faccia
e la vita davanti
come nella foto.
Io verde mela tu
di bianco e rosso,
diverse in tutto
come è sempre stato.
Una diceva all’altra,
non so chi:
«Non ci siamo tenute mai per mano
perché in sostanza
non ce n’è bisogno:
noi ci teniamo
per il cuore.»
Dalla sezione Vita dei miei silenzi
Rileggendo Gli imperdonabili di Cristina Campo
Perché i miei versi
sono così tristi
se la gioia mi coglie
e duratura
solo che guardi
la natura viva?
Allora sovrappongo tempi e spazi
e ricompongo simboli e parole
in figure nutrite d’armonia
di cultura, di mito, di un’idea.
Oggi il reale è freddo
di bellezza; disperso il favoloso
e il mistero, carente di destino
e profezia, il poeta smarrito
impallidisce
chiuso nel cerchio suo
di disincanto,
asfittico respira
nebbie infette.
La memoria del Bello è lacerante.
Dalla sezione Fantasticherie
Poeta
Poeta
è chi riesce a farsi aria,
quella che avvolge
il senso delle cose,
trasvolando
e uscendo dalla storia
da miserie di un sé in disfacimento.
Non vuol sfuggire
ma trasfigurare:
cerca un barlume spirituale e vivo
anche nel buio del dolore e morte.
Marvi, sempre splendida;Poesie bellissime, spero di poterle leggere tutte. Carissima Marvi, non è un buon periodo per la mia famiglia ma desidero mandarti un augurio di un Natale felice, con la speranza di rivederti presto. rita
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