Termino Melamangiai
di Daniela Matronola e mi domando quale sia il segreto, se la ilare ironia o la
grande caparbietà nell’indagare, con la curiosità di chi vuole essere sorpreso,
ogni piccolo istante dell’esistere. Appena dopo, mi domando il motivo alle spalle
dell’eventuale segreto. Quel lapsus che la poesia incontra un momento prima di
essere scritta; “I capelli molto neri. Forse tinti. Finti./ Questo il
fotogramma. Tu che entri/”. Perché la difficoltà di stare al mondo, come di
stare a fare poesia, è entrare in punta di piedi nel suo mistero. Capire, o
soltanto, almeno, domandarsi “Quale valore dobbiamo dare a un sogno?”
Lungi da essere una
divinazione, “Non è un annuncio, non è un vaticinio,/ non è una divinazione
[...]”, la poetica intrapresa dall’autrice, ed affidata all’incidentalità di
alcuni versi-chiave rivela una volontà di indagare, fotografare, riportare:
“[...] È tempo di culto/ umanitario. Senza rivolta”.
Ma, appunto,
“Fotografare è un affare disperato” e farci i conti implica doppia attenzione;
“Il coraggio sta nell’incamminarsi/”.
Daniela Matronola si
incammina, osserva e dissemina la sua raccolta di audaci confessioni, una sorta
di vademecum del viaggiatore per chi, come lei stessa fa, vuole addentrarsi
nella coscienza di questa moderna umanità.
Autoreferenziale ci
confessa “I testi sono/ testamenti. Lasciti”. In fondo, cosa altro potrebbe
essere la poesia se non una donazione ai posteri?
Un lasciare e, perché
non addirittura un lanciare quella pulce nell’orecchio al lettore attento, curioso,
perché non si faccia tutto indistinto?
Melamangiai è questo.
Uno scrupoloso tentativo di catalogazione e raccolta di storie, vicende,
episodi per evitare che l’indistinto si compia.
Alessia Iuliano
*
Il sabato si è cambiato
in un giorno qualunque.
Puoi lasciare la casa o darti
a un ripido giro d’Italia
tra la cuna abbandonata
e la tana da riguardare.
Tutto si è fatto indistinto
Tutto ora è solo turismo.
*
Dalla lingua della Legge
ho imparato un trucco:
tutte le parole dette, le cose nominate,
sono tutte indicate perché mancano.
Il Preambolo toccante nella Dichiarazione
di Indipendenza tocca tre punti: vita, libertà
e la ricerca della felicità. La vita non era
assicurata, la libertà non era scontata,
la felicità è la chimera di ogni essere vivo.
Dirlo è porlo come questione, vitale bisogno.
Opere omissioni parole e pensieri.
Auguri sinceri uguale falsi auguri.
Daniela Matronola : (Cassino, 1961)
lavora alla propria letteratura da molti anni, su quasi tutti i fronti:
racconto, romanzo, traduzione, critica su rivista, poesia. Ha anche tenuto
corsi sulla poesia italiana a studenti americani alla LUISS e di scrittura in
versi per la Scuola di Scrittura Creativa OMERO, prima in Italia (a parte le
lezioni milanesi di Giuseppe Pontiggia). Ha vinto qualche premio, per il
racconto, per la poesia e per il romanzo.
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