martedì 24 agosto 2021

Per le donne di Kabul: Claudia Zironi

Sto scrivendo un libro, fatto di sogno e realtà, fatto di prosa e poesia, fatto di metalinguaggi sovrapposti. Ogni brano di questo libro è profondamente ragionato tranne due scritti di pancia del 16 Agosto 2021, il giorno dopo l’entrata a Kabul dei talebani, quando ho assistito dagli schermi alla disperazione della gente afgana, e soprattutto delle donne. Vi propongo qui la suite XVII del mio libro ancora inedito e in fieri.

 

Claudia Zironi

 

 

Nightmare | XVII

 

                                                                                                                               Kabul, 15/08/2021*

 

Non ho bisogno di addormentarmi per sognare un incubo.

Sono nata qui - come mio fratello. Respiro, vivo e mangio - come il mio amico. Sono curiosa, attenta, penso, parlo, mi muovo - come mio padre. Ho caldo e sono stanca - come mio figlio. Sento dolore e ho paura - come mio marito.

Perché mi copri come la colpa, come il peccato, perché mi imprigioni come una bestia, perché mi usi e mi abusi e mi vendi come una cosa, perché mi colpisci, perché mi uccidi, perché mi cancelli come un brutto sogno? - uomo

Perché lo consenti? - dio di noi tutti

 

 

Through the Looking-Glass | XVII

 

                                                                                                                                           Landays**

 

Il dio di Kabul è a immagine

del maschio, nero nella notte di guerra.

 

               Il mio dio ha lo stesso nome

               ma mi solleva il velo e dice di studiare.

 

Gasdotti, giacimenti d’oro

piantagioni d’oppio: il vero dio che adorate.

 

              Ci scambiano con terre rare

              più rara sarà la nostra rassegnazione.

 

Sono morta per avere chiesto

voce, vi assorderò fino alla vostra morte.

 

             Mi manca un braccio ma avevo sogni:

             le Paralimpiadi. Amputata di nuovo.

 

Ai vostri figli tramanderò

solo paura, ignoranza e disperazione.

 

 

*Dopo vent’anni di occupazione, le forze statunitensi hanno lasciato l’Afghanistan nell’Agosto 2021, a seguito di accordi presi l’anno precedente con i talebani, dei quali non si conoscono i termini precisi. L’Afghanistan ha territori di interesse russo per il passaggio di oleodotti e gasdotti, controllati dai talebani, ha territori di interesse cinese ricchi di giacimenti di terre rare, controllati dai talebani, ha immensi campi di oppio controllati dai talebani. Il 15 Agosto i talebani hanno rioccupato Kabul. Le scene di disperazione e terrore delle donne afgane sono apparse su tutti i canali video. Migliaia di persone hanno lasciato o hanno tentato di lasciare il Paese.

**Il Landay è una forma poetica tradizionale afgana costituita da un distico di nove sillabe nel primo verso e tredici nel secondo. Queste brevi poesie in genere affrontano temi di amore, dolore, patria, guerra e separazione. Tradizionalmente cantato ad alta voce e tramandato oralmente, questo genere è stato probabilmente portato in Afghanistan da nomadi ariani migliaia di anni fa. "Landay", in pashtu, significa "piccolo serpente velenoso", in allusione alla lunghezza minima e al carattere sarcastico del componimento. Le donne afgane lo usano oggi in forma anonima per comunicare la loro situazione di sofferenza e segregazione.

 

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