lunedì 13 settembre 2021

L’animale della memoria” di Elsa Korneti tradotto e presentato da Alexandra Zambà

“L’animale della memoria” di Elsa Korneti, giornalista e poetessa greca.

Articolo pubblicato sul giornale greco ΑΥΓΗ-AVGI  

e tradotto per ParolaPoesia da Alexandra Zambà

 

La memoria ritorna. La memoria non dimentica. La memoria ricorda.

La memoria si indurisce e si coagula come il brodo primordiale fatto d'oscurità. La memoria diventa una vespa che punge nella mente una rosa ignara. Oramai niente assimila, il tutto resta indigesto e lo vomita e l'episodio finale dell'indigestione si svolge in una nuvola di rutti. Nel sonno grida invano Aiuto, la mia memoria non digerisce più.

L'ignorante nutre la sua memoria come un animale domestico con tossine e cibi grassi e altri elementi acidi e polinsaturi, e via via si gonfia e s’ingrassa e dal troppo accumulo diventa inattiva e si stende orizzontalmente. La sua memoria, un tempo fremente, diviene flaccida, sporca, ingombrante, rigida come la pietra. La sua memoria trema, scricchiola, si spezza e non si attacca più mentre giace esausto. Ed è allora che un programma fonico come un genio della lampada nervoso viene attivato dal suo fedele telefonino, così come lo strofina freneticamente ogni volta con un liquido antisettico per pulirlo. Allora uno strano fumo bluastro inizia a uscire dall’intelligente insonne smartphone che ha iniziato a somigliare ad una lampada magica. La magica lampada-cellulare immagazzina ciò che il portatore inspira ed espira, immagini di vita, esperienze ed esperienze che vengono trasformate in micro-pixel, magnetizzate tra loro e a loro volta immagazzinate dalla sua memoria alla memoria del telefono.

Stralci di vita come versi sparsi, paragrafi cliché, prologhi irrilevanti, epiloghi ciarloni, rimandi lillipuziani, si attaccano tra loro, si ammucchiano in nuvole invisibili, dando vita a nuove forme di paradosso da una memoria reale che si svuota del passato, del presente e del futuro e si affaccia un'altra tecnica che parallelamente si riempie di tutto questo.

Viene concepito un mondo nuovo, un mondo rinnovato con ciò che non è stato assimilato, indigesto, con ciò che è stato vomitato dal passato e dal presente si è assorbito dalla memoria dell’intelligente cellulare dal servizio della sua inconsapevolmente attivazione.

E lui non capisce cosa sta succedendo, e lo guarda in profondità nei suoi occhi digitali, sullo sfondo dello schermo di cristallo. Aspetta che il volatile bluastro genio si affacci di nuovo, aspettando il riconoscimento e l'accettazione di un " Credo in te, non ho dubbi, tu ci riuscirai", finché un certo giorno l’oggetto mette fine alla sua angoscia e gli risponde: "Non hai più bisogno del maestro o del professor, solo di me per diventare una mia degna copia fallata”.

Oramai ansima per messaggi e chiamate. Prega qualcuno di chiamarlo, apparire una immagine sullo schermo. Ma il dispositivo sembra muto e morto e le vecchie fiamme della vita virtuale giacciono congelate. L'ultima cosa che ricorda è quella testa pelata con le sopracciglia corrucciate nere e l’adamantina dentiera nel quadro che vaporizza, sorridendogli ampiamente con scintillanti lampi di malevoli saluti.

Lui si rende presto conto che non ha più alcuna esistenza, perché tutta la sua vita, tutta la sua memoria, la memoria della sua vita è penetrata lentamente,  insidiosamente, memorizzata nel suo cellulare intelligente e tutto ciò che possiede è un arioso, utile, bluastro genio con la dentiera adamantina scintillante, un genio che si comporta gentilmente, amichevole ed è in tutto e per tutto solidale; lui che ha perso la memoria perché proprio lei, la memoria, lo ha abbandonato obbedendo a un ordine ricevuto da un arioso e utile genio bluastro che vive inconsapevolmente nel suo smartphone; ha perso non solo la propria memoria, ma anche l'accesso  ad essa,  colei che oramai  si trova stipata nella intelligente movibile lampada, e lui è rimasto bloccato dall'esterno, come cranio vuoto di memoria, incapace di ricordare la minima cosa, non essendo in grado di ricordare nemmeno la  password di salvataggio.

 

Una poesia di Elsa Korneti

 

Κανονικέ άνθρωπε

 πες μου

πώς μπορείς να ζεις

χωρίς λοφίο

χωρίς παρδαλή ουρά

χωρίς μια γαλάζια ανταύγεια

στα φτερά; 

 

Uomo normale

dimmi

come fai a vivere

senza cresta

senza una coda maculata

senza un riflesso celeste

alle ali?

(traduzione di Alexandra Zambà)

 

 

Elsa Korneti

È nata a Monaco di Baviera nel 1969 e vive in Grecia. Ha studiato Scienze Economiche in Germania e in Grecia e ha lavorato come giornalista. Ha pubblicato dodici libri, otto dei quali di poesia. Un libro di traduzioni su poesie selezionate di Alda Merini tradotte in greco col testo a fronte. Due dei suoi libri di poesia sono stati selezionati e candidati, all'assegnazione del Premio Nazionale per la Poesia. Sue poesie sono state incluse in antologie greche e straniere e sono state tradotte e pubblicate in undici lingue. Pubblica regolarmente poesie, racconti, saggi, testi critici e traduzioni in riviste letterarie consolidate e traduce dall’inglese, tedesco e italiano.

Una sua poesia trd. Alexandra Zambà:




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