Massimo
D’Arcangelo, Anne Elvey e Helen Moore sono gli autori di Intatto/Intact, un
libro di poesie, o meglio, un’officina poetica in tre lingue (italiano,
australiano e inglese) che narra la vicenda primigenia della Terra/Natura, oggi
sempre più violata e contraffatta dalle sue stesse leggi e dal logorio dello
sfruttamento economico. Gli autori
assumono infinite sottigliezze di riferimento, compiti dichiarati e metaforici
di retroterra novecenteschi facendo coincidere l’hic et nunc al limite
impercettibile tra sé e gli altri e alla miscela del comune pensiero
poetico-filosofico, autentico, indispensabile per celebrare e denunciare. In
ogni singola eco-poesia i suoni e le parole ontologiche respirano, per ritmo e
sintassi, tra spazi e paradigmi conoscitivi – a volte disparati sul foglio
quasi a voler fare chiarezza tra il parlare figurato di pubblico dominio e la
sfaccettata molteplicità della coscienza ancestrale - mettendo in discussione i
processi antropologici e sociologici che hanno creato distanza e complessità
tra le spinte centripete delle pulsioni più pure dell’anima e lo sdoganamento
delle stesse. Il linguaggio poetico traduce l’esigenza visionaria e lancinante
della parola in un desiderio-richiamo vibrante di com-prendere il mondo di oggi
e di ieri attraverso l’interpretazione degli aspetti concreti, simbolici e
congestionanti, gli ambienti selvatici o selvaggi, ormai rarefatti, alienati
dalla frenetica tecnologia. Siamo di fronte al valore genuino del significante
avulso da operazioni letterarie stantie e blasonate dei nostri giorni. La
conferma è instillata nell’epifanica esplosione di variazioni e coloriti
armonici coraggiosi per guardare e ritornare all’acqua, al pudore della
montagna, agli uccelli, al muschio, al bosco incontaminato, all’ape, ai fiumi,
alla polvere, alla tana, all’aria fresca, a tutta la bellezza degli angoli del
mondo dall’anti-creazione fino a Pascoli, Bertolucci, Caproni, Luzi. L’etica
dell’eco-poesia si misura con il proprium di quei luoghi in cui i paesaggi
memorabili della natura, non si trasformano per metamorfosi in altro elemento
naturale, ma in oggetti, in materia artificiale, meccanica e mercificata. La
sensibilità poetica, l’onestà intellettuale e spirituale dei tre autori non vuole cedere il passo a pulsioni regressive,
anzi. Siamo di fronte a poesie con funzione civile fertile. Testimonianza che
ogni esperienza umana genera altre esperienze e ulteriori con-tatti con il
mondo antropico-ambientale, per analogia, proiezione e per attrito.
Massimo D’Arcangelo (1982) vive a Siena.
Ha pubblicato Il
battito dello Scorpione. Ecopoesie (Sacco Editore, Roma 2012).
è inserito nel
volume Novecento non più. Verso il Realismo Terminale (La Vita Felice, Milano
2016), un’antologia fondamentale sul Realismo Terminale che cerca di restituire
una visione esemplificativa della produzione di autori ascrivibili alla
tendenza identificata da Guido Oldani.
Suoi lavori sono
pubblicati su riviste, cataloghi d’arte (Paesaggi Inquieti di Mario
Giammarinaro a cura di Ugo Nespolo, 2017) e antologie, nazionali ed
internazionali, a tema ecologico.
Rappresenta
l’Italia nel progetto boliviano Poesía en acción e sue ecopoesie tradotte in
lingua spagnola sono incluse nell’antologia Dando voz, al que no tiene (J.
Barriga Nava, Bolivia 2016).
Massimo D’Arcangelo (1982) lives in Siena.
His first book
Il battito dello Scorpione. Ecopoesie was published in 2012 by Rome-based Sacco
Editore.
Massimo’s poems
have been published in Novecento non più. Verso il Realismo Terminale (La Vita
Felice, Milano 2016), a milestone anthology about Terminal Realism which
includes poems from authors belonging to this trend as outlined by Guido
Oldani.
His works have
been published widely in national and international journals, art catalogues
(Paesaggi Inquieti by Mario Giammarinaro, curated by Ugo Nespolo, 2017) and
collective works on ecology.
He represents
Italy in the Bolivian project Poesía en acción, and his ecopoems have been
translated into Spanish and collected in the volume Dando voz, al que no tiene
(J. Barriga Nava, Bolivia 2016).
cura e traduzione dall’inglese
edited and translated from English by
Francesca Cosi e Alessandra Repossi
traduzione dall’italiano
translated from Italian by
Todd Portnowitz
prefazione di
foreword by
Serenella Iovino
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