“I morti tentano di consolarci/ma il
loro tentativo è incomprensibile;/ sono i lapsus, gli inciampi, l'indicibile/
della conversazione": così comincia il libro di Gabriele Galloni e in
questi versi tutto il progetto e la domanda. Quando il progetto/libro può dirsi
veramente riuscito se non quando innesca nel lettore una domanda? Una domanda
che raggruppi tutte le domande, lo scavo nell'incomprensibile a cui lo stesso
autore fa cenno. L’indicibile. C'è qualcosa che riguarda il nostro essere umani,
terrestri, fragili, che ci sfugge, che sfugge alla nostra comprensione come se
contasse solo la metafisica dell'accettazione. Molto di tutto questo è nel
libro di Galloni dal titolo “In che luce cadranno”. Cadere e a che prezzo, se
il prezzo è la luce. Il filo sottile tra questo e quello, una realtà e un'altra
realtà e la costante domanda se questa sia la realtà che ci appartiene davvero
o sia tutto frutto di una distonia, di una mancata percezione e cosa è questa
percezione.
“I morti guardano alla luna come/un
errore, uno sgarbo del creato/ pensano infatti che sia cosa messa/ lì per
illuderli (non percorribile)”: pare poi a un certo punto che i due mondi siano
perfettamente intercambiabili, le stesse ostilità, le stesse rese, le stesse
maschere: “i morti continuano a porsi/ le stesse domande dei vivi". In
questo mondo parallelo/non parallelo può capitare che i morti facciano degli
errori, che ci siano delle pause. La pausa: il segreto inconfessabile e il
sorriso di chi ha compreso il segreto.
I morti
tentano di consolarci
ma il
loro è un tentativo incomprensibile:
sono i
lapsus, gli inciampi, l’indicibile
della
conversazione. Sanno amarci
con una
mano – e l’altra all’Invisibile
*
I morti continuano a
porsi
le stesse domande dei vivi:
rimangono i corsi e i ricorsi
del vivere identici sulle
due rive. In che luce cadranno
tornati alle cellule.
le stesse domande dei vivi:
rimangono i corsi e i ricorsi
del vivere identici sulle
due rive. In che luce cadranno
tornati alle cellule.
*
Giorno di
Marte: i morti si separano.
Ognuno va
secondo un suo segreto
desiderio.
Raccolti, i fiori, vengono
distribuiti
ai passanti del caso.
Gabriele
Galloni è nato a Roma
nel 1995. Studia Lettere moderne all’Università La Sapienza. Ha
pubblicato Slittamenti (Augh Edizioni, Viterbo 2017) con una
nota di Antonio Veneziani.
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