mercoledì 25 marzo 2020

Consigli di lettura a cura di Rita Pacilio: marzo 2020


Mura amiche di Alessandro De Santis – Transeuropa, 2019
La mezzanotte di Spoleto di Paolo Valesio – Raffaelli Editore (sec ediz. 2018)
Rinascere da vecchi di Gianfranco Lauretano – puntoacapo 2017
La cadenza sospesa di Valentina Colonna – nino aragno editore, 2015
Eu-nuca di Patrizia Sardisco – Edizioni Cofine, 2018
La grazia dei frammenti (poesie scelte 2000 – 2020) di Domenico Cipriano – Giuliano Ladolfi, 2020
Maremàje di Anita Piscazzi – Campanotto, 2012
Crolli di Rosaria Lo Russo – Le Lettere, 2012





La memoria, la rinascita, l’amore: prendere in considerazione il mondo attraverso la poesia.
La poesia trova il suo grande spazio nel passato, ma per compiersi ha bisogno di rivelare una coscienza presente e vigile capace di interrogare, con speranza utopica, il futuro. La finalità è quella di contemplare, focalizzare ed evidenziare l’attualità contemporanea della storia personale dell’uomo nel mondo, attraverso la memoria e l’avvenire. Quindi, si storicizzano i tempi trascorsi, a volte falsando le partecipazioni ideologiche/intime delle convenzioni, grazie alla feconda visione. Si utilizzano toni e registri che perlustrano il rantolo della solitudine, il disincanto, la conquista e gli abbandoni appartenuti a più stagioni, a più punti di vista, a più tradizioni antropologiche e letterarie. Si possiede la grandezza della ferita della poesia visibile nel fortunato valore umano che permane e resiste: l’Amore. Amore e mistero come teatro di coscienza e di vita civile. Come parola di sangue che sigilla il sublime e il quotidiano nella sua integrità allusiva e suggestiva. Come disegno e ragionamento poetico che nuovamente torna a stupire e a evocare. La sintassi, la tipicità delle figure retoriche ci aiutano a ri-trovare l’equilibrio tra sonorità e senso, tra il detto e il taciuto, tra il tempo e il non essere. Così restiamo sospesi ai veli delle interrogazioni, alla protesta strategica, ai luoghi della vita mancata lì dove è labile il confine tra il percettibile e l’esperienza. R.P.


Da Mura amiche di Alessandro De Santis – Transeuropa, 2019

Tegola

Dalla crepa entra
la luce, dice rauco il cantastorie
dalla parola si rovescia
la gioia, recita il salmo
dell’ora seconda
Una levigata stasi, una
inquieta stabilità ora.
Non soffia più
il vento
Non soffia più
non muove niente
La materia, la terra, cotta
nutrita del calore
e poi stinta
dall’eco di mansarda
da urla di rabbia e distanza
da chi vuole
essere tetto, crine, coperta.


Da La mezzanotte di Spoleto di Paolo Valesio – Raffaelli Editore (sec. Ediz. 2018)
Monteluco

Il bivio è nella pelle e nella mente.

Il presente è essenziale e incomprensibile;
il futuro, inguardabile; il passato
intoccabile.
E resta l'altro: il bivio
del lavoro mentale
(con il cervello teso
a sollevare sacchi
a travasare secchi).
Che cosa fa la mente
con gli anni del peccato?
Può lasciarli cadere -
senza nemmeno bollarli "anni sciupati",
schiacciandoli al disotto del giudizio -
nel vuoto del tempo universo;
o ricercarne con passione il senso:
ogni ora di vita ha da servire -
anche la più sassosa
anche la più fangosa -
a lastricare il cammino
per l'Ascesa del Monte.


Da Rinascere da vecchi di Gianfranco Lauretano – Puntoacapo 2017

Tu sei per me una città che oltrepassa il presente
e si avvia ad un futuro incerto di costruzione
e distruzione della propria storia: architetti smemorati
dimenticano progressivamente l’abisso di tempo
da cui provengono le erbacce
e non sentono quali racconti bisbiglino
oggi di nuovo, più fiocamente, gli alberi
dei giardini e dei viali e quali ombre si stanchino
di riandare sempre per le stesse strade e progettino
di trasferirsi altrove, di visitare altri fantasmi.
Tu sei per me una città così. Nessuna malattia
sta guarendo, nessuno problema si risolve
nessun dolore viene risarcito, nessun evento
nessun fatto gesto circostanza passa.

Da La cadenza sospesa di Valentina Colonna – nino aragno editore, 2015

Sto partendo. Non resto che io
alla solita entrata nuova.

Ho posato la mia valigia
davanti a una porta, ieri,
primo piano,
all’ora del sole sui tavoli,
quando la Mole ride.

La ginestra perde per strada
e le rose emanano
l’ultima aria in abito scuro.

Al saluto di mani il mio sorriso apre
e muore. È nei capelli
che passa il feretro dei ricordi.

Oggi sospeso il tempo ferma.
Domani partirò.

Di te non mi resta che tutto.

Da Eu-nuca di Patrizia Sardisco – Edizioni Cofine, 2018

#15

l’occhio ai picchi ai grafici
la Vecchia incrocia ai ferri
corti
i diritti
rovesci, tarde filosofie
progetti
rigetti e gettatezza
a mano umana
a maglie larghe osserva
i punti
a lei preme la crescita
se la realtà sta ai grafici
la verità è futura

Da La grazia dei frammenti (poesie scelte 2000 – 2020) di Domenico Cipriano – Giuliano Ladolfi, 2020
trema la terra, le vene hanno sangue che geme e ti riempie.
è un fiotto la terra che lotta, sussulta, avviluppa. confonde
la terra che affonda, ti rende sua onda, presente a ogni lato
soffoca il fiato, ti afferra, collutta, si sbatte, si spacca, ti vuole
e combatti, chiede il contatto, ti attacca, ti abbatte. è fuoco
la terra del dopo risucchia di poco le crepe: la terra che trema
riempie memoria. ti stana, si affrange, ti strema, è padrona.


Da Maremàje di Anita Piscazzi – Campanotto, 2012

Passerai distratto
Passerai distratto
da una contrada
sull’orlo spiegazzato
di una terra che sa
di un dolore lontano lontano
buono e caldo come il pane nella madia
terra di conquista
dove le cinquanta lune di Saturno
si” incontrano in piazza la domenica
sopra la schiena di buoi
vacche del sole
che scendono muso a muso
a festeggiare un mascio
menhir tra la terra e il cielo.

È qui che epifanie divine
si incrociano al solstizio d’estate
col mento a terra di vecchi
scolpiti nella roccia meridiana.

Qui troverai la loro meraviglia
di fronte allo sposalizio
di un cedro e di un agrifoglio
al ritmo di una banda
in festa

e di Vito che ballò con le streghe
a Sant’Antonio
sotto l’albero della cuccagna.

Da Crolli di Rosaria Lo Russo – Le Lettere, 2012

L’amore odiato non è bello è un tipo, un tipo
tosto, inquartato, non direi bello, una folla
di denti di varia angolatura, spigoli dove
sbatto come ciglia o piuma, ed una cicatrice che si stira
come una gattina sul labbro inferiore, se sorride,
e se un sorriso divarica la bocca coprendosi con mano
tremula di pudore. Ma non ha pudore né amore melodioso
quando desiste dall’aggrottarsi e si dimette addormentandosi
o quando, mentre si rade, manda acidi
odori selvatici di maschio enunciando un ritardo,
il solito ritardo di madre, un ritardo che fa madre,
una madre implacabile che tardiva lo spia
dall’angolo agonico del suo specchio grandangolare.
Che faccia anche gola lo so quella faccia di schiuma.

Alessandro De Santis è nato a Roma nel 1976; laureato in Storia Moderna e Contemporanea, vive a Lanuvio, paese dei Castelli Romani dove è assessore alla Cultura e alle Scuole. Ha diretto il blog letterario Luminol ed è stato curatore ed editor dell’omonima collana di narrativa italiana breve per le Edizioni Socrates. Suoi testi poetici sono stati pubblicati su diverse riviste: Nuovi Argomenti, Nazione Indiana, Il Primo Amore, Interno Poesia, El Ghibli, Letras, Sagarana e Niederngasse. Ha esordito con Il cielo interrato (Joker Edizioni, 2006) cui è seguito Metro C (Manni Editori, 2013). La sua silloge Il verso del taglio è presente nel XII Quaderno di Poesia Italiana Contemporanea (Marcos y Marcos, 2015).

Paolo Valesio, poeta, narratore e critico, nasce nel 1939 a Bologna dove si laurea. Ottenuta in seguito la libera docenza, Valesio si trasferisce negli Stati Uniti, dove insegna a Harvard, New York University, Yale e attualmente alla Columbia University nella città di New York, dove è titolare della Cattedra « Giuseppe Ungaretti » in Letteratura Italiana. Egli dirige la rivista Italian Poetry Review presso la Italian Academy for Advanced Studies in America (situata nel campus di Columbia), e collabora a riviste e giornali italiani. Ultimamente i suoi soggiorni in Italia si stanno facendo sempre più lunghi. Oltre a numerosissimi saggi, articoli, racconti e poesie sparse, Paolo Valesio ha pubblicato diciassette libri di poesia, due romanzi, una raccolta di racconti, e cinque libri di critica. Ha inoltre messo in scena un suo atto unico, e collaborato alla messa in scena di due opere teatrali tratte da due sue diverse raccolte di poesia. Da vari anni, Valesio è impegnato nella scrittura di cinque romanzi-diari, paralleli ma diversi, che costituiscono una Pentalogia narrativa ancora inedita (a parte alcune anticipazioni su riviste) e comprendente a questo punto più di 15.000 fogli manoscritti.

Gianfranco Lauretano è nato il 19 febbraio 1962 a Sessa Aurunca, provincia di Caserta e vive a Cesena. Ha pubblicato i volumi di poesia "La quarta lettera" (Foum, Forlì 1987), "Preghiera nel corpo" (NCE, Forlì 1997), "Occorreva che nascessi" (Marietti, Milano 2004), "Sonetti a Cesena" (Il Vicolo, Cesena, 2007), "Racconto della Riviera" (Raffaelli, Rimini 2012) e il volume di prose liriche "Diario finto" (L'Obliquo, Brescia 2001). Sue traduzioni dal portoghese e dal russo sono pubblicate su antologie e riviste e nel 2003 in volume, presso l'editore Raffaelli di Rimini, è uscito "Il cavaliere di bronzo" di Aleksandr S.Puskin. In uscita per le edizioni del Saggiatore la raccolta "La pietra" di Osip Mandel'štam. Svolge attività di critica letteraria su periodici e quotidiani. Ha curato il commento ai canti XXIX, XXXII e XXXIII del Purgatorio di Dante (Rizzoli, Milano 2001) e il volume monografico "La traccia di Cesare Pavese", (Rizzoli, Milano 2008). Dirige la collana "Poesia contemporanea" e il trimestrale letterario "clanDestino" per la casa editrice Raffaelli. È fondatore e direttore letterario della rivista di arte e letteratura "Graphie" e fa parte del comitato di redazione della rivista di critica e letteratura dialettale romagnola "Il parlar franco". È insegnante elementare.

Valentina Colonna è poetessa e pianista compositrice. Nasce a Torino nel 1990 in una famiglia di musicisti e ha pubblicato i libri di poesia Dimenticato suono (Manni, 2010) e La cadenza sospesa (Aragno, 2015). Suoi testi sono apparsi su riviste, antologie, spartiti musicali e CD. Laureata in Lettere antiche, si è diplomata in Pianoforte e ha conseguito il Máster Universitario en Interpretación de la Música Antigua presso l’ESMUC e la UAB di Barcellona. Nel 2015 è stata invitata a scrivere e condurre sei puntate radiofoniche sul tema Musica poetica: la retorica del Barocco per Radio Vaticana, per la quale ha anche ideato e condotto il nuovo programma Le parole della musica. Attualmente si sta specializzando in Scienze linguistiche (indirizzo storico) presso l’Università degli Studi di Torino con una tesi sulla prosodia della poesia di Giorgio Caproni e sta lavorando a diversi progetti artistici.

Patrizia Sardisco è nata a Monreale, dove vive. Laureata in Psicologia, specializzata in Didattica Speciale, lavora in un Liceo di Palermo. Scrive in lingua italiana e in dialetto siciliano. Sue liriche e alcuni racconti brevi compaiono in antologie, riviste e blog letterari. Nel 2016 è stata pubblicata la sua raccolta poetica Crivu, prima classificata al premio “Città di Marineo”. Nel 2018 si è classificata al 2° posto al Premio città di Ischitella – Pietro Giannone con la raccolta inedita di poesie in dialetto Ferri vruricati (arnesi sepolti).

Domenico Cipriano è nato nel 1970 a Guardia Lombardi (AV), vive e lavora in Irpinia. Già vincitore, nel 1999, del premio Lerici-Pea per l’inedito, ha pubblicato le raccolte di poesie: “Il continente perso” (Fermenti, 2000 – premio Camaiore proposta); “Novembre” (Transeuropa, 2010 – rosa finalista del premio Viareggio-Rèpaci), tradotto negli USA a cura di Barbara Carle con il titolo di “November” (Gradiva Publications, New York, 2015, presentato al ‘Center for Italian Study’ presso la New York University in Stony Brook); “Il centro del mondo” (Transeuropa, 2014) e “L’origine” (L’arcolaio, 2017). Collabora con artisti di vario genere per specifici progetti; ha pubblicato il CD di musica e poesia “JPband: Le note richiamano versi” (Abeatrecords, 2004) e dal 2010 guida la formazione jazz-poetry ‘e.Versi’. È redattore della rivista di studi europei ‘Sinestesie’. A gennaio 2020 è stata pubblicata “La grazia dei frammenti (poesie scelte 2000-2020)”, un’antologia ragionata delle sue poesie a 20 anni dal primo libro, per le edizioni Giuliano Ladolfi. www.domenicocipriano.it

Anita Piscazzi, pianista, poeta e dottore di ricerca, si occupa di studi etnomusicologici e didattico-musicali. Ha pubblicato le raccolte poetiche: In lumen splendor (Oceano Ed., Sanremo 1999), Amal (Palomar, Bari 2007), Maremàje (Campanotto, Udine 2012), Alba che non so (CartaCanta, Forlì 2018). Sue poesie sono presenti in Ossigeno Nascente (Atlante dei poeti contemporanei italiani a cura del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica Alma Mater Studiorum - Università di Bologna) e in varie antologie.

Rosaria Lo Russo, poetessa, traduttrice, saggista, lettrice performer, è nata nel 1964 a Firenze, dove vive. Fra i suoi libri di poesia L’estro (Firenze, Cesati, 1987), Vrusciamundo (I Quaderni del Battello Ebbro 1994), Sanfredianina, in Poesia contemporanea. Quinto quaderno italiano (Crocetti 1996), Comedia (1998, con cd), Lo Dittatore Amore. Melologhi (2004, con cd), Crolli (2007). Ha curato tre volumi di Anne Sexton, Poesie d’amore (Le Lettere 1996), L’estrosa abbondanza (1997, con Antonello Satta Centanin e Edoardo Zuccato) e Poesie su Dio (Le Lettere 2003) e, di Erica Jong, Miele e sangue (2001).

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