mercoledì 25 marzo 2020

Leggendo "Nei giorni per versi" di Anna Maria Curci - Arcipelago itaca 2019


I
Come un accento a voce claudicante
balza e s’arresta il limite del giorno.
Taglieggia tra le sdrucciole e le piane
e tronca si riveste soluzione.

LV
Anch’io come in Arcadia vorrei stare
o come Biancaneve nel cartone,
ma ascolto le cicale intabarrata
nella zimarra opaca del garzone.


LXXI
Ma noi abbiamo verità e bellezza
o almeno ci illudiamo, costeggiando
increspature, balze, lidi altrui
d’essere immuni dalla perdizione.

LXXIV
Vi hanno trattato con i diserbanti,
parole care, “i miei paracadute”.
Ma nei giorni di blocco a targhe alterne
di contrabbando uscite a folleggiare.

LXXVI
Senza uno straccio addosso, neanche un verso,
mi lascia, sempre ingorda, la paura,
come quegli impettiti soldatini,
spezzati dentro e fuori sorridenti.

LXXX
Chi ci trascende ha fame e reca amore,
non è mai sazia la sua compassione.
Ma noi lo apparecchiamo a nostro agio
o scegliamo il rancore imbellettato.

LXXXI
È un viaggio nella notte la lettura,
non si ferma, testarda, per le buche,
mette in conto i sobbalzi e le visioni,
alla cautela mescola l’azzardo.

XXXVI 
Mi rivesto da donna questa sera
(non vergognarti d’esser solo umana).
L’ampia gonna in tessuto marezzato
coprirà sbucciature di ginocchia.

CX
Di che materia è fatta questa morte?
«Ghermisce» è una parola accovacciata.
Bivacca, perde il pelo e pure il vizio,
sta nel disinteresse la sua chiave.

CLXXIII
Man mano che s’accende lume a lume
sostiamo nel silenzio che rapprende
lo squarcio all’improvviso rivelato.
Noi che veniamo al mondo lacerando.

da: Anna Maria Curci, Nei giorni per versi. Prefazione di Patrizia Sardisco, Arcipelago itaca 2019

Anna Maria Curci è nata nel 1960 a Roma, dove vive e insegna lingua e letteratura tedesca. Suoi testi sono apparsi in riviste, in antologie e su lit-blog. Con Fabio Michieli condivide il ruolo di caporedattore del blog letterario“Poetarum Silva”; è nella redazione della rivista trimestrale “Periferie” e del sito “Ticonzero”, dove cura la rubrica letteraria aperiodica “Il cielo indiviso”. Ha pubblicato in rete traduzioni da testi di diversi autori, prevalentemente di lingua tedesca.  Sue traduzioni di poesie sono apparse nei volumi: Lutz Seiler, La domenica pensavo a Dio / Sonntags dachte ich an Gott (Del Vecchio, 2012) e Hilde Domin, Il coltello che ricorda (Del Vecchio, 2016). Anche la sua traduzione del romanzo di Felicitas Hoppe Johanna è stata pubblicata dalla casa editrice Del Vecchio. Sue sono le raccolte di poesia: Inciampi e marcapiano (LietoColle 2011), Nuove nomenclature e altre poesie (L’arcolaio 2015) e Nei giorni per versi (Arcipelago itaca 2019).




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