Così si riaffacciò
il tempo trascorso di Fahranez
insieme alle sue armi.
Il vuoto della solitudine
è sgombro da equivoci e da carezze
capitolate in un attimo.
Ci aspettavamo su sedili di legno
che inarcavano la linea ideale
del dorso, come canne per battere.
Io sono qui, figlia, per calmare
quella specie nuova di sindrome
che tolse vita a tuo padre
nel riconoscerti al mondo.
Io sono te
con la costola dell'uomo
nascosta in una scatola.
Antonella Rizzo da “Plethora” (Nuove Edizioni Aldine, 2016)
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