martedì 24 agosto 2021

Per le donne di Kabul: Irene Sabetta

È una lenta agonia di canto,

lo sciame sismico di una danza immobile

che solo riesco a cogliere

nel mio involucro made in Italy

di donna occidentale.

Non conosco il desiderio duro

di un utero di pietra

né l’orrore in un pugno di sabbia

nel paese senz’acqua dai mille padroni.

Eppure, la traccia muta di quel canto,

il passo a vuoto di quella danza

tenaci squarciano il mio scudo

e oscurano il cielo di agosto.

 

Irene Sabetta

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