Urla delle afghane donne
Inquieto, smarrito
sento tempo svanire.
Infiamma estiva canicola,
sciabordano spumose onde,
avvolge Morfeo, rilassati corpi
tutto è assopito.
Cambia l’occaso ridente
in grigio plumbeo cielo,
oscuro presagio ghermisce.
Improvviso s’avanza lamento,
penetra, trafora cervelli
come maglio, giunge dall’est
urlo, delle afghane donne,
costrette nei loro orridi sudari.
E pianti e grida esplodono
in rugosi scavati volti,
lacrime, quali ruscelli
avvolgono terrorizzati figli.
Mille e mille gocce
penetrano in madre terra,
humus, zolle e radici
assorbono umano dolore,
tracimano nell’immenso mare
disperate grida, mentre
sinn’alzan nell’empireo infinito
le urla, delle afghane donne..
Mario La Carrubba
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