La Madonna delle macerie
I
Sono la Madonna delle macerie,
e vesto abiti come monaca
medioevale.
E questo è il figlio
nudo,
lo porto a spasso perché respiri,
perché nel sonno lo protegga
una musica lontana,
perché la mia voce non ha corde
sarà il Tempo a cantare
il mio dolore.
II
Il secolo avanza nel corpo
del tuo bambino, lo porti a spasso
perché respiri,
tu vestita di abiti
medioevali, grigi come le pietre intorno.
Dal braccio pende una borsa di ferro.
Non ha corde la tua voce
sarà il Tempo a cantare
il tuo dolore.
(da una foto di donna siriana con bambino, 2017)
Le rose mute
Le donne le mani le gambe
come giunchi e le vene
d’un sangue più rosso
di tutti i vespri anelati,
dei lividi sparsi più neri,
di tutte le notti dedicate,
e le rose mute raccolte
su le tombe pulite
come case imbiancate d’amore …
le donne le mani le gambe
salde sull’uscio
negli occhi le marce di guerra
le voci, le croci le hanno cantate
consacrato alla terra quel bianco
vestito.
Marzia Spinelli da Trincea di nuvole e d’ombra, (Marco Saya, 2019)
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