mercoledì 1 settembre 2021

Per le donne di Kabul: Mariella De Santis

 Ammuina

 

   L'Imperatrice disse all'imperatore:

   “Ho ricevuto in dono un libro bellissimo”.

   “Di cosa parla?”

   disse l'Imperatore all'Imperatrice.

   L'Imperatrice strinse le rosse labbra sottili sino a che furono livide.

   “Di cosa parla?”

   chiese ancora l'Imperatore all'Imperatrice.

   L'Imperatrice sospirò, sciogliendo il nodo della bocca e rispose:

   “Parla di storie terribili e crudeli, belle come può esserlo solo la vita”.

   L'Imperatore ebbe un tremito nel piede sinistro e con un grande sforzo ancora parlò:

   “E perché è stato fatto dono a te e solo a te di questo libro?”

   “Perché è un libro di poesie mio sposo e tu non ami la poesia”

   replicò altera l'Imperatrice.

   L'Imperatore disse:

   “Voglio quel libro”.

   “Ne ho solo uno”

   gli rispose lei.

   “Mi darai il tuo”.

   “No!”

   L'Imperatore si spostò verso la finestra, guardò i ciliegi e una vena gli si gonfiò sulla tempia. Chiuse stretti gli occhi e disse in un soffio:

   “Non rovinare la nostra felicità, dammi quel libro”.

   “No!”

   lei rispose ancora divenendo esangue.

   L'Imperatore sollevò il braccio sulla testa e il ventaglio si aprì. Due guardie entrarono con le spade sguainate. L'Imperatrice si girò, offrendosi alle lame.

   Cadde in un vortice di sangue che si placò sulle pagine aperte del libro.

 

Mariella De Santis

 

   L'Imperatore guardava il ciliegio, una farfalla carnivora agitava le ali nere divorando il pidocchio dei fiori.

   “Scriba!”

   chiamò l'Imperatore battendo il tallone sinistro, il subalterno accorreva silenzioso.

   L'Imperatore dettò lungamente frasi sconnesse di sangue e d'amore, parlava in poesia.

   “Ora vai, e consegna all'eunuco, e l'eunuco consegni alla dama, e la dama consegni alla Nuova Imperatrice.

   Poi, guardando ancora il ciliegio divorato:

   “Chissà se la Nuova Imperatrice si accorge che il poeta sono io!”

   La farfalla, saziata, chiudeva le ali nere.

 

Rossano Onano

 

da La cordialita’, Nomos Editore, 2014.

 

Bisognerà si ricominci

Bisognerà si ricominci a parlare di te che poi vuol dire 

Parlare di noi vuol dire pure  ancora cominciare 

Ad articolare suono netto chiaro a dispetto di sclerosi 

Del labirinto che affannano ma un poco pure proteggono

Da quello che ributta di sentire ma io dicevo che bisognerà 

si ricominci a parlare di te che poi vuol dire parlare di noi

prima che quella temuta cosa accada e non ci sia più tu 

più noi ma lì, loro, voi chi non unisce e non separa

 

Once again we shall have to

Once again we shall have to talk about you which means 

Talk about us and also once again begin 

To articulate clear clean sound despite the sclerosis 

Of the labyrinth which is bothersome but also a sort of defence

Against what we would rather not hear but I was saying once again 

We shall have to talk about you which means talk about us

Before that thing we fear happens and you, that is we,

Are no more, they, you people who neither unite nor separate.


da La cordialita’, Nomos Editore, 2014. Traduzioni e cura in inglese di Anthony John Robbins.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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