Ho scelto oggi di presentare un’interessante antologia poetica: Dalla stessa parte – uomini contro la violenza sulle donne, da poco uscita presso La vita felice. I due curatori, Salvatore Contessini e Salvatore Sblando, operatori culturali attenti al sociale e all’impegno civile nonché, in primo luogo, raffinati, sensibili poeti entrambi, nonostante il tema non agevole – anzi scabroso – si sono adoperati attivamente a che il mondo poetico maschile affrontasse la questione di genere ancora così pressante nel nostro paese.
L’interessante introduzione dei curatori mette in luce aspetti insospettabili: il numero dei partecipanti è stato inferiore alle aspettative; sotto l’aspetto dei contenuti l’universo femminile è stato trattato dagli uomini in modo poco articolato e, talora, secondo punti di osservazione piuttosto scontati e stereotipati: non sempre ci si è accostati al mondo ‘altro’, ma complementare, della donna in forma attuale, contemporanea. Anche in questa circostanza il genere femminile appare relegato al ruolo classico di donna come domestica del nucleo familiare, con la solita retorica dell’angelo del focolare, unica configurazione che sembra – anche negli anni ’20 del Duemila – ‘privilegiarla’: donna di casa, sposa, madre.
Con tutto ciò una sessantina di poeti hanno risposto all’appello, ma scrivere su un tema prefissato può sempre creare problemi di vincolo di ispirazione e di libertà creativa e devo confessare che ho provato imbarazzo nel trovare in troppi testi una svogliatezza, come nello svolgimento di un tema scolastico assegnato e trattato con adesione indotta, più formale che sostanziale. Un compitino da scrivere per fare bella figura senza esporsi più di tanto, soprattutto senza spendersi troppo concettualmente. Ho rilevato infatti, in generale, una mancata concezione di rapporti paritetici tra uomo e donna, un difetto di volontà di accostarsi seriamente a un problema che dilaga purtroppo dal Nord al Sud del nostro paese, con una scia di violenze e femminicidi quasi quotidiani. Va anche detto infatti che i dati statistici, riportati dai quotidiani recentemente, segnalano per l’Italia un acuirsi dei femminicidi nel 2021 rispetto all’anno precedente superiore all’8% e ogni tre giorni in media una donna perde la vita per mano omicida di uno stretto familiare.
Nell’Antologia le tematiche proposte si risolvono per lo più con una rappresentazione (non con un’adesione dell’animo, appunto) di scene di violenza ed effettacci di maniera, molto convenzionali, più adatti a un film horror che a una poesia alta e civile. Meno frequente la presa di coscienza, tale da portare i lettori d’ambo i sessi a riflettere insieme, in relazione paritaria di vicinanza, magari di tenera complicità. Non vorrei tuttavia essere unilateralmente severa all’eccesso nelle mie affermazioni femminili, o forse femministe, esacerbate dal momento storico concreto, che vede violato l’universo delle donne in tutti i campi (pur con diversa gravità, va detto) a livello nazionale e internazionale.
Ho avuto modo di leggere nell’antologia anche poesie veramente pregevoli e ‘coraggiose’ per autenticità, originalità di concezione stilistica e di profondità di sentire, in una visione in cui non esistono separazioni culturali o ruoli prefissati da tradizioni e logiche maschili o maschiliste. Emerge invece, in casi felici, l’esigenza di condivisione di ogni aspetto della vita con l’altra metà del cielo per una base armoniosa dell’essere.
Nell’impossibilità di dilungarmi come vorrei su tanti autori, riporto tre poesie che mi hanno colpito per grande tensione morale e forte intensità del dire.
Nella prima, di Riccardo Giuseppe Mereu, ho apprezzato particolarmente il messaggio di un uomo che si accosta alla donna non per capire ma per sentire la vita al femminile, quasi per un procedimento di induzione. Mi sembra imprescindibile modo per giungere ad una effettiva serenità di rapporti nella parità tra i generi.
La ‘direzione’ del femminile è in effetti da imparare, ma quanti uomini hanno voglia di applicarsi su questa strada?
Riccardo Giuseppe Mereu
I tuoi vestiti
Indosso i tuoi vestiti. Non sono pazzo!
Voglio sentire i tuoi desideri
attraversare come un mantra i miei pori,
scollegare il cervello
fino alla pelle d'oca.
Voglio vestire i brividi che hai
quando la notte ti senti sola,
l'odore e il sapore, il sudore della pelle...
Ascolto i battiti del cuore
per imparare la tua direzione.
Propongo poi la poesia di
Silvio Mengotto
Alda Merini
Oggi ho visto la tua ombra felice,
la voce roca incensava le nuvole
azzurre della fedele sigaretta.
Eri una bambina che dormiva
nella culla, i passanti avevano
paura di svegliarti, nel segreto
sorridevi rinata sopra le ceneri
del nulla.
Come una nonna, raccontavi la vita
con le strofe sussurrate alla cornetta
telefonica. Anche i bambini erano
innamorati del tuo rossetto porpora.
Serena e inquieta confidavi i tuoi
dolori solo alla Madonna.
Con le ali sei volata in cielo
a scrivere poesie per il Signore,
racconti trapuntati di futuro,
denunciando tutte le angherie
subite dalle donne nella storia.
Senza rumore hai asciugato
le lacrime di Dio, accarezzato
il viso alla Madonna.
In questa poesia ho trovato di grande originalità la resa simbolica della poetessa Merini, vista in ogni fase della sua vita come emblematica del percorso, nel bene e nel male, di ogni donna, poiché ne ha vissuto ogni possibile esperienza e, sublimandole ed eternandole tutte, ha saputo cantarle in poesia.
L’ultimo testo che propongo oggi è di
Silvio Raffo
La stella del coraggio
Dalla tua parte
sono sempre stato
nella vita e nell'arte –
non perché fosse quella
di chi inerme è oltraggiato
(e secoli di storia
l'hanno testimoniato
alla sorda memoria)
ma perché la tua stella
d'amore e di coraggio
ha sempre rischiarato
il mio deserto viaggio –
perché la tua magia
di fata-strega e bella
maliarda mi ha ammaliato
da fanciullo e da vecchio
perché tu sei lo specchio
di una costanza eterna
di fedeltà materna
di una malinconia
sorretta dall'orgoglio
vigoroso germoglio
di edera tenace
sei la guerriera audace
che vince ogni battaglia
la tua supremazia
è quella di chi è stato
offeso ed umiliato.
Solo un'esile scaglia
del tuo genio segreto
si è manifestata,
col travaglio consueto –
ma il tempo ti ha premiata.
Soprattutto se sola,
fiera amazzone ardente,
sei sempre tu la mia
cometa iridescente
che con me la Parola spargi della Poesia.
Mi piace l’autenticità di affermazioni ‘coraggiose’ da parte di un uomo che ammira nella donna la forza di scelte audaci e innovative, che si sposano a sensibilità di temperamento e ad una tempra stilistica tale da diventare punto di riferimento, una vera stella guida, per il mondo maschile. La donna di Raffo è tutt’altro che ‘agiografica’ e convenzionale: è fata-strega, bella maliarda, è amazzone, guerriera audace, fiera amazzone ardente oltre che specchio / di una costanza eterna / di fedeltà materna. La donna è un mondo complesso e sfaccettato, è cometa iridescente, compagna di arte e di vita, per chi solo lo sappia intuire e confessi di subirne la personalità arcana.
Come sempre, l’autore ci offre un componimento di forma raffinata: nella prima e nell’ultima parte del testo c’è preminenza di rima alternata (a b a b), nella parte centrale c’è l’uso frequente di rima baciata (a a b b). La cosa ammirevole e rarissima è che questa classicità di versificazione non ha nulla di vetusto o di stantio, ma si sposa benissimo con l’attualità del pensiero dell’autore e l’autenticità anticonvenzionale dell’esposizione.
Grazie quindi ai due curatori, che hanno creduto nel progetto e in un’operazione del tutto positiva, in quanto dall’Antologia si apriranno interrogativi, confronti, dibattiti di idee. Sono tutte situazioni queste che, a partire dalla poesia che non è mai univoca né tantomeno apodittica, portano al progresso della società affinando la coscienza individuale e collettiva. Ritengo lodabile la strada percorsa, aperta sempre al dialogo e all’incontro, in contrapposizione a ogni forma di intolleranza e di prevaricazione.
Marvi del Pozzo
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