Fugaci primavere
Fugaci primavere hanno sfiorato
di brezza il davanzale dell’aurora.
Stagioni vaghe hanno varcato
il tempo di un abbaglio per sbigottirsi
sulle periferie del cuore.
E vestire abiti che coprano
indicibili prigioni. Cucire
e scucire tele interrotte a metà.
Annotare croci sulle pagine
dei giorni con gli artigli.
Come ombra stanno,
in un mantello cucito di silenzi.
Leggiadro il sorriso dichiarò docile
la resa e lo sguardo mesto
affondò dietro opache tende.
Stride fin dentro le ossa il pianto
sommesso nella paura che assale,
una morsa al respiro.
È sulla soglia il nemico.
Occorre sopravvivere.
Agostina Spagnuolo
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