giovedì 19 agosto 2021

Per le donne di Kabul: Rita Pacilio

Landay* di Rita Pacilio

Filati di fiamma a fiotti
irrimediabili riflettono questo blu.

Smaglia il legno possibile
l’occasione buona per galleggiare coste.

***

Ogni colpo impala labbra
spaccate, il volto parla senza la schiena.

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La traccia s’allarga nel tempo
manda giù piedi nel silenzio che sgomenta.

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Non può sciogliersi negli alberi
il rancore della bora, rovescia specchi.

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Spinge veloce nella pancia
offende larghi mari consumati, stanca.

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Il movimento terribile del castigo
mortifica ventri finiti.

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La ferita dei fulmini
esce dalle foglie e cade dalle mani.

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Come per allungare il collo, il fianco
s’improvvisa madregabbiana.

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Cosce in posizione nervosa, di spavento:
il coperchio strepita, chiude.

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Non scompare dal mondo il singhiozzo grasso
è nausea furibonda.

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Colora questi suoni lunghi
l’ultima precipitazione di nevischio.

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Cola il castigo straniero
lì tra le pieghe lo sputo, lo scherno caldo.

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Indossa tordi, capinere
ogni canto che non sa morire nel vento.

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Sono parole perforate
quelle che toccano gli occhi di diouomo.

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Si conficcano nella nebbia
la ragnatela, la montagna, ogni luna.

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Ci sono bufere in Iraq

luci militari, ore babiloniche.

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Battono 25 uomini

i cuori colpiti in fretta sulla via.

 

***

Ci sono barche che nascono

tutto il mondo spunta ogni giorno nel mare.

 

***

La sua donna italiana

alla frontiera, ha pianto disperatamente.

 

*Il Landay e’ una forma di poesia semplicissima, inventata e praticata da popolazioni nomadi analfabete dell’Afghanistan. Si tratta di due versi, il primo di nove sillabe e il secondo di 13 per un totale di 21. È una forma di poesia tradizionale antichissima che consentiva alle popolazioni nomadi e addette alla pastorizia di comunicare secondo codici molto semplici, le esperienze di uomini e donne rispetto ad alcuni temi come la guerra, la separazione, la patria, il dolore, l’amore. In questi casi veniva cantato, soprattutto dalle donne, che si accompagnavano con un piccolo tamburo. Questa forma di canto consentiva , e ancora oggi consente, al mondo femminile afgano, e in particolare nella regione Pasthun, di esprimersi liberamente protetto dall’anonimato, poichè il Landay viene trasmesso di donna in donna, in forma orale senza lasciare alcuna traccia dell’autrice. Alcuni di questi distici sono stati pubblicati on line su Versante Ripido il 1° marzo 2014, Landay: rubrica a cura di Marco Ribani (http://www.versanteripido.it/landai-rubrica-di-marco-ribani-pacilio/)

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